Giulia Carpino ha soltanto 23 anni eppure ha già in mano la cucina dell’azienda Barone di Villagrande. Carlo Sichel, chef e proprietario del Carato di Catania, ha anni di esperienza in cucina. La sua filosofia nel corso del tempo non è mutata: la sostanza prevale sulla forma. I due cuochi hanno preparato piatti sfiziosi da accompagnare a una degustazione di vini completa in uno scenario naturale sotto il paesaggio dell’Etna, circondato da vigneti e roccia lavica.
Continuano gli appuntamenti con il gusto organizzati dall’azienda vinicola Barone di Villagrande che nei giorni scorsi ha dato vita all’iniziativa Experience Villagrande. Turisti, appassionati di vino, buongustai, giornalisti sono stati accompagnati in un percorso multisensoriale fatto di odori, di sapori, di forma e colori.
A una manciata di minuti da Milo, nella tenuta dell’Azienda, sul versante Est del vulcano Etna, ad una quota di 700 metri sul livello del mare, dove i vigneti digradano in un anfiteatro naturale e si affacciano sulla splendida costa di Taormina e della Sicilia orientale, Giulia Carpino e Carlo Sichel hanno mandato a nozze cibo e vino, quest’ultimo prodotto dall’azienda della famiglia Nicolosi che ormai esporta in tutto il mondo. In quei terreni nascono, infatti, pregiati vini dell’Etna dal 1727 che oggi ricevono grandi apprezzamenti nei mercati nazionali e internazionali.
Barone di Villagrande, il menu
Il percorso enogastronomico inizia dalla cantina per proseguire poi nei locali del wine resort dove pietanze ed
etichette vengono raccontate man mano che entrano in sala. Tocca a Emanuele Fioretti, brand manager di Barone di Villagrande, sottolineare la scelta dei vini accompagnati ai piatti scelti dai due chef che sembrano divertirsi a spiegare in sala come e perché nasce una pietanza e soprattutto come è stata preparata. I finger food Bloody Mary al profumo di basilico e Arancinetto Villagrande si accompagnano a un Etna rosato doc del 2015, degustato tra le botti di una cantina che risale al 1850, climatizzata naturalmente e capace di mantenere al suo interno 16 gradi costanti. Le Seppie in umido sul loro nero e l’assoluto di mandorle vengono accompagnate da Etna bianco doc di Villagrande del 2013. La Lasagnetta con ragù di coniglio su crema di trunzo di Aci pare esalti il suo sapore grazie a un Etna bianco doc del 2015. Mentre il Filetto di maiale affumicato e patate schiacciate al condimento della pizzaiola si gusta meglio con un Etna rosso doc del 2014. Si chiude in “dolcezza” con La dolce melanzana. A fine pasto, Emanuele Fioretti, con malcelato orgoglio presenta il vino Malvasia delle Lipari tipologia “Passito”, prodotto da oltre dieci anni sull’isola di Salina nell’arcipelago delle Isole Eolie.
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