Il Sudan ha ospitato la prima Settimana della Cucina Italiana, un’iniziativa di “Diplomazia Solidale” promossa anche sui social network e supportata dagli hashtag #supportivediplomacy, #diplomaziasolidale coniati dall’Ambasciata d’Italia a Khartoum. Ospite d’onore la chef napoletana Flavia Pantaleo, da vent’anni dedita all’insegnamento e alla promozione della cucina italiana e regionale in Italia e nel mondo, autrice de La Cucina dei pasticci e dei timballi (Bonanno Editore, 2016), collaboratrice tra Roma e Catania di associazioni e hub culinari di primo piano come Homefood, CuochePerCaso, MediterraneumLab, VillinoVolterra, premiata da uno special sul New York Times nel 2015.
“La priorità era incontrare i bisogni e le aspettative dei sudanesi comuni, dei businessmen locali, delle istituzioni, su di un terreno congeniale alla sintesi (inter)culturale italo-sudanese”, spiega l’Ambasciatore italiano in Sudan Fabrizio Lobasso.
La Settimana della Cucina Italiana ha sviluppato il suo programma su più fronti dando spazio a workshop gratuiti di cucina per chef e ristoratori locali che hanno avuto la possibilità di imparare a preparare un menu italiano; a seminari di cucina per la comunità internazionale a Khartoum con l’obiettivo di fare fundraising a favore dell’Istituto locale per sordomuti. Inoltre, per promuovere la cultura gastronomica del Belpaese, 10 tra i ristoranti di maggior successo di Khartoum hanno arricchito la loro proposta con menu italiani.
Spazio al sociale
Ma c’è stato spazio anche per l’aspetto sociale legato al cibo e alla cucina. Le detenute della prigione femminile di Omdurman sono state guidate lungo un percorso di formazione alla scoperta di una nuova professione in visione della loro vita fuori dal carcere. Qualcuno ha imparato a fare il pane, altre a produrre biscotti da the. In questo ambito si è inserito anche il programma dell’Agenzia Italiana di Cooperazione e Sviluppo a Khartoum (AICS) che, con il progetto “Protezione e promozione dei diritti dei bambini orfani disabili nella città’ di Khartoum”, ha permesso a quattro orfane affette da disabilità di partecipare ai vari seminari di cucina. Le quattro ragazze hanno avuto modo di vivere un’esperienza di prima esternalizzazione psicosociale a scopo curativo al di fuori del presidio correttivo. “Dalla diplomazia interculturale alla diplomazia solidale, la linea che tratteggia il cammino comune italo-sudanese su basi paritarie è la medesima – spiega l’Ambasciatore Lobasso – un ruolo, quello italiano, di donatore di una visione colorata al di là dei muri, per un domani sudanese ricco di possibilità: una pacca tutta italiana sulla spalla di chi, come la gente comune, guarda il nostro paese con immensa riconoscenza e gratitudine”.
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