Le particolarità del Cavolo Trunzo, apprezzato sia per le sue proprietà benefiche che per la sua bontà, sono soprattutto date dal terreno lavico ricco di elementi unici, che gli conferisce anche il tipico colore violaceo, capace di influenzare il gusto del prodotto stesso. Il cavolo trunzo di Aci è presidio slow food. Uno dei custodi è oggi l’azienda agricola Monaci delle terre Nere di Zafferana Etnea e il ristorante attiguo Locanda Nerello, secondo presidio Slow Food sull’Etna, riconosciuto dall’Unione Europea per la conservazione nel registro delle sementi, dove si continua a coltivare la verdura riutilizzando le vecchie tecniche basate sulla sostenibilità ambientale e sulla stagionalità dei prodotti. La tenuta è impegnata per la causa del movimento Slow Food, garantendo una produzione di qualità di circa una tonnellata all’anno.
“Siamo appassionati di cibo come elemento di autenticità e come un’esperienza in sé – commenta il founder Guido Alessandro Coffa – siamo pienamente coinvolti nella produzione di prodotti della terra di qualità, ci sforziamo per una fornitura di auto-sostentamento per il nostro ristorante e il recupero del territorio, a partire dall’agricoltura. Essere presidio Slow Food del cavolo trunzo ci impegna molto e ci inorgoglisce, diamo il nostro contributo per mantenere in vita una produzione che, diminuita sin dagli anni Quaranta, soppiantata da produzioni più redditizie, rischia oggi di scomparire”.
Sono molti gli chef siciliani che hanno dedicato almeno una ricetta a questa semplice, buona e sana verdura, non solo della provincia etnea.
La chef Valentina Chiaramonte prepara una ricetta con cicerchia stufata, cavolo trunzo, guanciale, ricotta salata affumicata. La cuoca fa stufare il torsolo e fa saltare le foglie con aglio.
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