Tra gli innumerevoli pericoli a cui si va incontro uscendo da casa, oggi se ne aggiunge uno nuovo: il “K.O. game”, chiamato anche “bomb” per le sue micidiali conseguenze.
Di cosa si tratta? Un gruppo di ragazzi, in cerca di emozioni forti, sceglie una vittima ed ecco che inizia il divertimento : la si segue in modo da non farsi notare e poi le si dà un violentissimo colpo alla nuca per farla stramazzare per terra svenuta, o meglio ancora morta. Da queste due varianti dipende l’approvazione del gruppo, il dimostrare o meno quanto si è stati forti, coraggiosi.
In questa folle dinamica di gruppo sembra non sfiori nessuno degli attori coinvolti (tranne le vittime) il pensiero di essere codardi nel colpire qualcuno a tradimento, alle spalle, senza preavviso. Questo assurdo gioco di pura violenza è una nuova moda arrivata in Italia alcuni mesi fa dagli Usa, Paese in cui i primi casi si riscontrano già nel lontano 1992 e il cui diffondersi ha portato il governo americano a pensare ad alcuni provvedimenti penali ad hoc, ad esempio, applicando ai minorenni le stesse pene dei maggiorenni.
Negli Usa, in questi tipi di comportamenti sono stati riscontrati in alte percentuali fattori razziali, in genere si tratta, soprattutto negli ultimi anni, di attacchi di ragazzi afroamericani perpetrati ai danni di persone di razza caucasica, tant’ è vero che uno dei nomi del Ko game è “ polar bear hunting”.
In Italia non vi è ancora una chiara delineazione del fenomeno, sembra che episodi simili siano stati riscontrati in Veneto ed a Roma, per ora fortunatamente senza morti. Ma ancora per quanto?
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