La terapia familiare è una tecnica di trattamento psicologico dei problemi e dei disturbi psicologici presenti in famiglia: non si possono infatti analizzare i dati e le persone che li hanno generati senza riferirsi al contesto in cui avvengono gli scambi relazionali.
Uno dei primi modelli di terapia familiare, è stato elaborato negli anni Cinquanta presso il “Mental Health Research Institute” di Palo Alto, in California, grazie ai contributi degli studiosi Bateson, L’obiettivo della terapia familiare è quello di migliorare le interazioni e la comunicazione all’interno del gruppo-famiglia, ossia la tipologia di scambi verbali e non verbali finalizzati all’ottenimento della stabilità nei cambiamenti avvenuti.Watzlavick, Haley, Bowen, per poi diffondersi successivamente in Europa grazie alla Scuola di Milano, i cui esponenti principali sono Boscolo, Cecchin e Selvini Palazzoli.
La terapia familiare parte dalla teoria dei sistemi, secondo cui si vuole dare una certa spiegazione delle relazioni fra individui, comprendendo l’organizzazione, il controllo, la struttura dei rapporti tra fenomeni, anziché tra entità astratte ed isolate; ad ogni livello di complessità si verificano fenomeni dalle proprietà non esistenti al livello inferiore.
L’obiettivo della terapia familiare è quello di migliorare le interazioni e la comunicazione all’interno del gruppo-famiglia, ossia la tipologia di scambi verbali e non verbali finalizzati all’ottenimento della stabilità nei cambiamenti avvenuti.
Dal momento che ogni comportamento di un individuo è determinato dal comportamento di un altro individuo ed a sua volta ne è influenzato, si può parlare di “circuiti di retroazione” per rappresentare i sistemi interpersonali.
Fondamentale poi nel modello sistemico-familiare è il “Ciclo di vita della famiglia”, di cui parlano Scabini e Cigoli, secondo cui le famiglie mutano forma e funzione durante il ciclo di vita in base ad una serie di stadi di sviluppo e devono riorganizzare le caratteristiche dei ruoli di ogni componente alla luce dei cambiamenti cronologici; il risultato della vita familiare di origine sarà riportato nella vita familiare successiva che si vivrà fondandola e si verrà influenzati da essa anche nel trovare le risorse per risolvere i problemi, divenendo essa stessa il processo di cura.
Le sedute si svolgono con due psicoterapeuti, di cui uno posto dietro ad uno specchio che osserva le interazioni dell’altro con i componenti della famiglia, che non devono comunque essere necessariamente presenti a tutte le sedute, ed hanno una durata di un’ora e mezza – due ore con una cadenza settimanale.
Alcuni studi hanno evidenziato infatti come alcuni tipi di disturbi, tra cui per esempio i disturbi alimentari negli adolescenti, come l’anoressia e la bulimia, sono più effettivi se nella terapia vengono coinvolti non solo gli adolescenti, ma anche i loro genitori (Daniel Le Grange (UCSF) y James Lock (Universidad de Stanford).
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