Ad oggi, la parità di genere soprattutto in ambito professionale e politico è ancora un obiettivo da raggiungere.
La vita lavorativa delle donne è svantaggiata rispetto a quella degli uomini, sotto numerosi aspetti.
Questo alimenta un divario che può essere ridotto solo attraverso sforzi normativi e culturali.
Le donne hanno in media più difficoltà a trovare un lavoro. Percepiscono salari più bassi e faticano, a parità di competenze, ad accedere a posizioni di potere.
Parità di genere: le differenze
Le differenze di genere sul lavoro in Italia sono tra le più alte in Europa.
Il tasso di partecipazione al mercato del lavoro femminile è pari al 56,5% in Italia, ultimo in Europa.
Anche quando lavorano, le donne sono schiacciate ai margini del mercato del lavoro; in maggioranza lavorano part time, spesso non volontario, o in contesti precari.
Sono pochissime le donne che raggiungono i vertici.
A prescindere dalla formazione e dalla carriera, infatti, per le donne arrivare a occupare ricoprire ruoli di potere decisionali e di leadership.I l settore resta ad appannaggio degli uomini.
L’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) che sottolinea la mancanza a livello globale di progressi significativi verso la parità di genere, almeno negli ultimi 20 anni.
Parità di genere: i pregiudizi sociali
Il Gender Social Norms Index (GSNI), misura il modo in cui i pregiudizi sociali ostacolino la parità di genere in settori come la politica, il lavoro e l’istruzione.
Questo pregiudizio di genere si riflette anche nei salari.
Uno studio ha mostrato che nei 50 Paesi in cui le donne hanno livelli di istruzione superiori agli uomini, il loro salario è in media inferiore del 39 per cento rispetto a quello dei colleghi maschi e questo, anche se mediamente le ore dedicate al lavoro sono superiori.
Il COVID-19 ha esacerbato una situazione di disuguaglianza di genere preesistente ed allarmante. Le donne, nel quadro dell’emergenza sanitaria, sono state più penalizzate.
Parità di genere. L’occupazione femminile è ancora troppo bassa
La conciliazione della vita famigliare e professionale o di un’attività politica rimane il problema principale nella parità tra uomo e donna.
I dati mostrano inoltre che le differenze di genere sono distribuite in modo disomogeneo sul territorio nazionale e concentrate principalmente nelle regioni del Sud Italia.
Non ultimo la partecipazione delle donne alla vita politica e istituzionale, è ancora molto lontana dalla parità, nonostante il considerevole aumento di leader donne nelle istituzioni politiche, si riscontra che la rappresentanza generale non è ancora onnicomprensiva.
La realizzazione di una gender equality effettiva è stata annoverata tra i Sustainable Development Goals da raggiungere entro il 2030.
Per ovviare a questa disuguaglianza sono necessarie misure radicali che intervengano sia nelle politiche di sostegno sociale sia a livello culturale, tracciando percorsi che necessariamente devono essere paralleli.
Pertanto, è necessario che vengano puntualmente sostenuti e applicati al fine di concorrere quotidianamente alla formazione di una cultura dell’inclusione e delle pari opportunità.
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