È il padre della Procreazione Medicalmente Assistita in Italia. Carlo Flamigni, classe 1933, ginecologo, medico chirurgo libero docente in Clinica Ostetrica e Ginecologica.
Si è formato professionalmente a Bologna, dirigendo per quasi vent’anni il Servizio di Fisiopatologia della Riproduzione (attualmente Servizio di Endocrinologia Ginecologica) dell’Ospedale Policlinico Sant’Orsola – Malpighi.
Successivamente ha diretto la Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università degli Studi del capoluogo emiliano.
Carlo Flamigni: chi è
Relatore ufficiale di numerosi congressi nazionali ed internazionali, tiene conferenze in molte Università italiane e non solo. Instancabile e richiestissimo, organizza esercitazioni relativi a temi di fisiopatologia ostetrica e ginecologica e fa parte del Comitato di Redazione di numerose riviste scientifiche.
Ha contribuito con articoli di ginecologia e di ostetricia alla preparazione di imprescindibili libri di testo; ha all’attivo oltre 1000 memorie scientifiche originali, fondamentali monografie e libri di divulgazione, da “I Laboratori della Felicità” a “Storie di bambini piccolissimi”, e ancora “Figli dell’Acqua Figli del Fuoco”, “Il Libro della Procreazione”, “Avere un Bambino”, “Curare la sterilità”, fino al recente “Contraccezione”, solo per citarne alcuni. Inoltre ha pubblicato numerosi articoli su vari problemi di bioetica. In questi ultimi anni si è occupato di contraccezione maschile, tecniche di fecondazione assistita, problemi di bioetica ed etica medica, sempre con lucidità e profondità di vedute. Lo abbiamo incontrato per fare un rapido punto su temi e problematiche sempre più diffuse.
L’intervista a Carlo Flamigni
Professor Flamigli, la sua è una delle voci più interessanti del mondo della medicina, Membro del Comitato Nazionale di Bioetica e, in passato, è stato anche Presidente della SIFES (Società Italiana di Fertilità e Sterilità e Medicina della Riproduzione). Quali sono gli ambiti di studio che ha approfondito nel corso della sua carriera?
«La mia ricerca si è sviluppata particolarmente sulle tecniche di fecondazione assistita, sull’endocrinologia della donna nelle fasi di pubertà e di post-menopausa e sui tumori endocrino – dipendenti. Tra i risultati di maggior rilievo segnalo la complessa indagine, prima sperimentale e poi clinica, relativa al congelamento degli ovociti».
Oggi si parla tanto di “questione dell’embrione”, uno dei nodi tematici più controversi della modernità. Qual è il suo contributo a riguardo?
«Non mi accontento di analizzare le contrapposte posizioni etiche e giuridiche, ma mi soffermo sull’analisi dei meccanismi del concepimento. È infatti solo la loro comprensione che rende possibile un dibattito costruttivo sullo statuto dell’embrione e un confronto sull’origine della vita libero da qualsiasi dogmatismo».
Libertà della ricerca, autonomia delle persone ed equità sono le linee guida della sua ricerca scientifica ed umana. Riflettendo sulla “vexata quaestio” del ruolo degli scienziati nel mondo contemporaneo, cosa pensa?
«Credo che occorra realmente fidarsi della scienza e degli scienziati, perché chi fa ricerca lo fa sul mandato della società che investe sul ricercatore e sulla sua buona fede, e sa che questo investimento è fatto per migliorare le condizioni di tutti e, soprattutto, dei cittadini più deboli e fragili».
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