È nato a Catania il primo bambino concepito in Sicilia con la fecondazione eterologa dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha abolito il divieto posto dalla legge 40 del 2004. Il piccolo Francesco (il nome è di fantasia) pesa 3,2 kg e si nutre di latte materno. Lui e la mamma stanno bene. Il trattamento di PMA è stato effettuato dal team del Centro UMR (Unità di Medicina della Riproduzione)-Hera di Catania, diretto dal ginecologo Nino Guglielmino, a capo di una struttura all’avanguardia in campo internazionale, con un alto numero di trattamenti e una delle percentuali più elevate al mondo di gravidanze ottenute. Un altro record per la struttura che già nel 2000 aveva realizzato la prima diagnosi genetica preimpianto per la talassemia in Italia.
Il parto – avvenuto nella Clinica Ostetrica Universitaria del Policlinico di Catania, diretta dal ginecologo Antonio Cianci – è stato assistito dal professore Michele Fichera.
«È una gioia immensa, un sogno – sottolineano i genitori, entrambi quarantenni – che rincorrevamo da oltre dieci anni. Un primo tentativo fallito all’estero ci aveva fatto sperimentare le difficoltà, materiali e psicologiche, causate dalla necessità di recarsi in centri stranieri visto l’odioso divieto posto dalla legge 40. Abbiamo quindi atteso con trepidazione la sentenza della Consulta: non dimenticheremo mai quel giorno di aprile del 2014 che ha dato finalmente di nuovo il via libera in Italia alla Pma eterologa. Il progetto di genitorialità per noi così importante si è finalmente potuto realizzare nella nostra terra, non lontano dalla nostra casa immersa nel paesaggio dell’Etna, e soprattutto avvolti dal calore delle nostre famiglie.»
Fecondazione eterologa: i dati in Sicilia
I primi trattamenti di fecondazione eterologa compiuti dal Centro UMR-Hera di Catania, dopo il via libera della Consulta, risalgono all’ottobre 2014; da allora sono in corso oltre 30 gravidanze e altre nascite sono attese già nelle prossime settimane.
«Il centro UMR-Hera di Catania – sottolinea Nino Guglielmino – si è sempre battuto a fianco delle associazioni dei pazienti che rappresentano le coppie infertili e sterili. Rimuovere gli ostacoli posti dalla legge 40 al loro progetto genitoriale è stato un duro impegno decennale a difesa di quello che la Corte Costituzionale ha ritenuto sia da ricondurre tra i diritti incoercibili della persona, oltre che rientrare nella tutela del diritto alla salute fisica e psichica. Un passo dopo l’altro, il diritto alla genitorialità ha vinto sui divieti e le contraddizioni di una legge palesemente incostituzionale. Bisogna adesso agire concretamente per inserire la PMA nei LEA – i Livelli Essenziali di Assistenza – e offrire servizi efficienti sul territorio. L’obiettivo, ora che possiamo mettere uno stop al turismo riproduttivo all’estero, è quello di ridurre, ed infine eliminare, la mobilità interregionale delle coppie, con l’obiettivo di raggiungere una nuova frontiera della medicina della riproduzione: la PMA a km 0, sia omologa che eterologa».
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