La disgrafia si può combattere, è il tema del workshop che si è svolto presso l’auditorium “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di San Gregorio di Catania “Il bambino comunicatore”, organizzato dall’associazione A.E.D (Associazione Europea Disgrafie). All’evento, organizzato col patrocinio del comune di San Gregorio di Catania, hanno partecipato l’assessore alla cultura Giusy Lo Bianco, il presidente della FIDAPA Isabella Frescura, i professionisti del mondo dell’educazione e numerosi giovani interessati all’argomento. Le difficoltà del gesto grafico e quindi della disgrafia e il ruolo dell’educatore e rieducatore alla scrittura sono stati gli argomenti messi in evidenza. Nella maggior parte dei casi sono i genitori o gli insegnanti ad accorgersi quando un bambino ha difficoltà nella scrittura. Francesca Adamo, logopedista, ha sottolineato l’importanza di individuare e non sottovalutare i primi segnali d’allarme della disgrafia: difficoltà di coordinazione nei movimenti del corpo ed errate posture. Le difficoltà di scrittura si manifestano nella realizzazione sia dei segni alfabetici che di quelli numerici. Riguardano il grafismo e non le regole ortografiche o sintattiche, sebbene influiscano negativamente anche su tali acquisizioni. Il bambino o il ragazzo che ha una scrittura difficilmente leggibile, ritoccata o molto lenta (e di conseguenza fa molta fatica a portare a termine i compiti a casa), tesa e costretta, maldestra o rigida, comunque atipica e poco funzionale, non ama affatto scrivere. E’ spesso molto intelligente, ma ha poca fiducia in sé.
Oggi, il problema della difficoltà della scrittura, che coinvolge il 20 % della popolazione scolastica, comincia ad essere considerato maggiormente e può essere affrontato in modo professionale con tecniche e strategie specifiche. I relatori, Cavalieri e D’Onghia professionisti del settore, hanno spiegato che per ripristinare le funzioni primarie della scrittura, comunicazione ed espressione del pensiero, è necessario un intervento di rieducazione. Il recupero della scrittura avviene grazie alla figura dell’educatore e rieducatore del gesto grafico. È una figura professionale che si propone di fornire una prestazione d’opera che identifica e recupera quelle difficoltà grafomotorie che ogni studente può incontrare nel corso degli anni. Importante è conoscere la storia del soggetto e il bilancio grafomotorio che fanno comprendere se la sua difficoltà è dovuta a una mancata acquisizione delle abilità di base, ad un insegnamento pedagogico non adeguato o a delle difficoltà grafomotorie. Le metodologie d’intervento sono specifiche per stimolare l’atto scrittorio e si usano strategie che coinvolgono giochi, tecniche pittografiche e scrittografiche.
Giusy Cavalieri e Barbara Taglioni, attualmente sono le uniche due educatrici e rieducatrici del gesto grafico di A.E.D in Sicilia. “Quando si parla di disturbi di apprendimento- ha spiegato la Taglioni- si pensa subito alla dislessia, mentre nelle scuole il fenomeno della brutta scrittura, faticosa ed illeggibile è dilagante. Non si può pensare di risolvere il problema solo con l’utilizzo di strumenti compensativi, come il computer. Le difficoltà di scrittura si possono prevenire, migliorare e in genere risolvere, attraverso una giusta prevenzione o con sedute di rieducazione. Lo scopo di A.E.D. è anche quello di formare professionisti in grado di supportare la scuola, le famiglie e i bambini nel loro percorso verso il piacere di scrivere”. Gli incontri propongono esercizi tecnici sull’impugnatura e sulla postura, esercizi di rilassamento, di respirazione controllata, forme prescritturali sulle quali ricreare una nuova e adeguata attività grafica. Perché la rieducazione? Per comunicare più chiaramente, faticare di meno quando si scrive, non rimanere indietro nel dettato e nei temi, accrescere l’autostima e la fiducia, migliorare le relazioni in casa e a scuola.
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