Parti pretermine, rischi e possibili soluzioni


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Nella foto il dottor Rosario La Spina. Foto Brunella Bonaccorsi

Ginecologi ed esperti del settore si sono dati appuntamento da tutta l’isola per esaminare ed analizzare i parti pretermine. Un tema importante per tutti gli operatori dei consultori, degli ambulatori del territorio e degli ospedali con Punto Nascita di I livello. L’incontro ha visto la grande partecipazione di esperti del settore la VIII edizione del Congresso Aogoi e il supporto di Mec Congress. Due giorni di lavori che hanno avuto come filo conduttore il tema del percorso assistenziale integrato ospedale – territorio.sono stati comunicati e discussi gli ultimi dati nazionali: in Italia ogni anno nascono 32mila neonati pretermine. I neonati tra le 34 e le 37 settimane di età gestionale sono la maggiore quantità. Solo lo 0,9% dei pretermine, infatti, sono di età inferiore alle 32 settimane. Un altro dato importante su cui si è discusso è

Nella foto il dottor La Greca. Foto Brunella Bonaccorsi

il fatto che circa il 7.9% dei neonati nasce prima del termine ma impegna oltre il 90% delle risorse delle neonatologie. Durante il convegno – promosso dal dottor Rosario La Spina, segretario provinciale di Aogoi e responsabile scientifico del convegno e da Michele La Greca, direttore Uoc di ginecologia e ostetricia dell’Asp di Catania – si è discusso anche sulle varie forme di parto. Nella presentazione cefalica, ad esempio, il taglio cesareo non deve essere considerato a priori la modalità di espletamento del parto che garantisce il miglior esito neonatale. L’applicazione della ventosa ostetrica, nel caso delle precedenti 35 settimane, è sconsigliata per l’aumento delle complicanze associate, rispetto al taglio cesareo e al parto vaginale non operativo. Spazio anche al tema della menopausa e alle raccomandazione della Società italiane della menopausa. La Tos, infatti, deve essere prescritta esclusivamente a donne sintomatiche ed un inizio precoce in età perimenopausale ottimizza il rapporto rischio/beneficio. Alla fine delle due giornate, i medici hanno avuto la possibilità di confrontarsi e dibattere sui temi affrontati durante il convegno,

“Il nostro intento è quello di integrare sempre più la componente ospedaliera e quella territoriale: dobbiamo ascoltare le richieste che giungono dal territorio e lavorare per abbattere le barriere che non permettono una totale integrazione”, ha detto il dottore La Spina.

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