“Non solo il prodotto di qualità ma la storia che sta dietro, il territorio da cui nasce. Questo è ciò che chiedono i cinesi”. La formula, per nulla segreta, per conquistare il mercato cinese sta nelle parole di Gianluca Mirante, direttore Italia di HKTDC, Honk Kong Trade Development Council, l’ente che si occupa di sviluppo e promozione del commercio estero a Honk Kong.
Nel corso del seminario “La Cina come opportunità: il ruolo di Honk Kong“, tenutosi lunedì 14 in uno dei saloni di Etna Fiere dove è stata ospitata l’edizione 2013 di Gift Fair, Mirante ha illustrato agli addetti ai lavori tutte le possibilità offerte alle piccole e medie imprese siciliane di farsi strada nel popoloso mercato cinese per il tramite di Honk Kong.
Moda, gioielleria ed enogastronomia sono i settori principali sui quali è opportuno misurarsi.
“Si badi bene – spiega Mirante – è un mercato che offre enormi opportunità ma che va trattato
con cura. Un consiglio immediato che diamo è, per esempio, quello di puntare su singole province che, vale per la Cina, sono vere e proprie metropoli di 20 milioni di abitanti.
La Sicilia – aggiunge Mirante – è una regione più avvantaggiata delle altre in Italia perché ha un brand che i cinesi conoscono già”.
Sul piano pratico le opportunità di un transito in Cina, attraverso Honk Kong, sono l‘esiguità della tassazione (16,5% per le aziende) e l’assenza di Iva. Alle aziende l’HKTDC offre gratuitamente ricerche di mercato e notizie settoriali per facilitare l’internazionalizzazione.
“Da quando siamo partiti con la Gift Fair, 14 anni fa – osserva Giovanni Mirulla responsabile organizzativo di Gift Fair – la fiera ha sempre ospitato un Ufficio Honk Kong, a conferma dell’enorme interesse che abbiamo sempre riposto in uno dei mercati più importanti al mondo”.
Si chiude così la 14^ edizione della fiera riservata agli operatori di settore e dedicata a bomboniere, regali, artigianato d’arte, tavola, tessuti, complementi d’arredo, bigiotteria e accessori moda, quest’anno ospitata a Etnafiere (Etnapolis) di Belpasso (Ct). Si ritiene soddisfatto Mirulla che spiega: „Abbiamo avuto un aumento delle presenze rispetto agli scorsi anni. Già alle 14 di domenica avevamo superato quelle dell’anno precedente. Questo vuol dire che gli operatori hanno preso coscienza dei cambiamenti strutturali socio-economici e hanno capito che non si può e non si deve stare con le mani in mano, ma bisogna darsi da fare“. Tanto made in Italy in fiera nei giorni scorsi: oltre 100 gli espositori che hanno confermato quanto sia fervida ancora la tradizione dell’artigianato d’arte.
Fa tantissimo piacere piacere sapere che le nostre reltà produttive italiane intraprendono un cammino interessante in altri paesi.