Agnese Virgillito, giornalista Mediaset, presenta il suo nuovo libro “Jasmine fuma la pipa” pubblicato da Siké. Il libro racconta le vicende di una giornalista investigativa nata in Sicilia, una donna combattiva, che cercherà in ogni modo di trovare la verità. La vita di Jasmine è segnata dall’assassinio dei suoi genitori vittime di un attentato di chiaro stampo mafioso. Il padre, un magistrato, indagava, infatti, su un torbido intreccio tra mafia e colletti bianchi. Diventata adulta, Jasmine lascia la Sicilia per partire alla volta di Roma, per coronare il sogno di diventare giornalista investigativa. Il suo sarà un impegno costante alla ricerca della verità.
Come nasce questo romanzo?
“Ho iniziato a scriverlo dieci anni fa dopo la pubblicazione del mio primo libro “L’alone della luna. Cronaca di una
lucida follia”, nel quale ho raccontato i tragici fatti della strage di Aci Castello per mano di un uomo che uccise cinque persone innocenti e si suicidò. Quel primo lavoro era prettamente giornalistico, si basava su fatti di cronaca, con interviste ai parenti delle vittime, ai familiari dell’assassino. A conclusione di quel lavoro dunque ho sentito la necessità di inventare e di raccontare dei luoghi, dei personaggi, delle storie di vita.
Mi occupo da tanti anni di cronaca, ho avuto dentro di me la voglia di divagare un po’, quindi ho scritto un romanzo. In questi dieci anni gli impegni lavorativi non mi hanno permesso di completarlo ma un anno fa ho ripreso la stesura ed è nato Jasmine fuma la pipa”
Perché il romanzo ha questo titolo?
“Il papà di Jasmine, un noto magistrato antimafia, è appassionato dei gelsomini. Il nome quindi si rifà a questo fiore. Mi piaceva l’idea di utilizzare un nome poco conosciuto, originale proprio come la protagonista. Jasmine fuma la pipa perché è appassionata di Sherlock Holmes e proprio come lui la utilizza per concentrarsi sulle indagini, dunque simboleggia la riflessione, caratteristica fondamentale per chi fa questo lavoro”.
Che personaggio è Jasmine?
“Jasmine è una donna caparbia, tenace. Cade e si rialza. È una “disgraziata” direbbe Verga. Le capita un po’ di tutto. Perde la mam
ma, il papà e i nonni attraverso disgrazie. Jasmine diventa una giornalista investigativa che combatte la mafia, non per passare alla storia, ma perché crede nel riscatto nella nostra terra proprio come Giovanni Falcone. Jasmine rappresenta tutti noi. Noi che scriviamo e curiosiamo. Noi che mettiamo la lente di ingrandimento su tutto per scoprire, per vedere meglio, per cercare la verità.”
C’è quindi un filo conduttore tra la tua storia personale ed il romanzo?
“Si, è impossibile non scrivere di aneddoti di vita, di casi, di fatti, di sfumature della nostra vita. Di questo ne è un esempio il maestro Andrea Camilleri. Questo non è un romanzo autobiografico, ma ovviamente il mio lavoro ha influito sul romanzo. Io sono una giornalista che si occupa di “cold case”. Ogni scrittore mette qualcosa di personale nel proprio libro, ma io non fumo la pipa…”
Articolo di Salvo Privitera
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