Andrea Tidona: “Recitare su un palcoscenico è come fare l’amore”


L'attore modicano Andrea Tidona
L'attore modicano Andrea Tidona

Seduti nel salotto della sua casa modicana, in attesa dello spettacolo, La Confessione, del 5 maggio al Ma di Catania, incontriamo Andrea Tidona. Tanti i personaggi interpretati come il pittore comunista de I Cento Passi o il procuratore capo Giacomo Fiesole ne Il Giudice Meschino con cui ha conquistato il cuore del grande pubblico. Rubiamo, in un pomeriggio primaverile, alcuni segreti dei suoi imminenti progetti.

Si è conclusa la seconda serie di Braccialetti Rossi, che l’ha vista protagonista nel ruolo del dottor Alfredi. Come spiega il successo di questa fiction?

Andrea Tidona tra i protagonisti della fortunata serie tv "Braccialeti rossi"
Andrea Tidona tra i protagonisti della fortunata serie tv “Braccialeti rossi”

“Racconta la vita e i suoi problemi più gravi. Quando mi dicono che sia un prodotto triste non sono d’accordo, perché narra la realtà di molti ragazzini e famiglie che vivono questa situazione senza scadere nel patetico. Il pubblico ha capito che si tratta di un prodotto di qualità”.

Durante le riprese c’è stato qualche comportamento da divo da parte dei giovani protagonisti?

“Obiettivo del regista è stato sin da subito fare in modo che si recitasse in armonia. Qualcuno dei ragazzi vive questo momento in maniera più spensierata e altri meno, ma tutti hanno lavorato con grande passione e attenzione”.

Ci sarà una terza serie?

“Potrebbe esserci un seguito, visto il grande affetto del pubblico. Sicuramente inizieremo a girare dopo la fine degli esami di maturità di alcuni dei ragazzi”.

La svolta della sua carriera arriva con “I Cento Passi” e “La meglio gioventù”

“A quarantanove anni quando pensavo che la mia carriera d’attore fosse ben definita arriva il grande successo. Spesso mi dicevano:“Ha un viso interessante, ma ha fatto tanto teatro”. Ho lavorato, fra i tanti, con Strehler, Mauri e Melato ma, per alcuni era quasi un ostacolo. Dall’incontro con Marco Tullio Giordana cambia il vento e mi sono stati proposti diversi copioni chiedendomi se il ruolo proposto potesse piacermi”.

Alcuni critici cinematografici sconoscono o quasi chi recita su un palcoscenico e sono sempre scettici. La differenza tra le due classi di attori è palese

Andrea Tidona
Andrea Tidona

“La tecnica tra un attore di teatro e di cinema deve essere necessariamente diversa. La macchina da presa succhia il volto dell’attore che in venti secondi deve ridere o piangere senza le emozioni del pubblico. Recitare su un palcoscenico è come far l’amore, ogni volta diverso ed irripetibile”.

Ha interpretato Rocco Chinnici e Giovanni Falcone. Da siciliano cos’ha provato a dare vita a questi due uomini?

“Onore e responsabilità ma anche amarezza. Le numerose morti hanno scosso la gente solo in determinati momenti, perché poi tutto è ritornato, quasi, come prima”.

È impegnato nella seconda serie de Il giovane Montalbano. Interpreta Carmine Fazio l’agente esperto che aiuta il commissario ad integrarsi nella nuova squadra. Ci racconta qualche retroscena del set?

“Nella nuova edizione Fazio va in pensione, anche se resta la memoria storica del commissariato. Abbiamo girato una scena nell’ex monastero di Sant’Anna, sede per alcuni giorni della mia scuola elementare. Quando la produzione mi ha chiamato per comunicarmi l’orario in cui l’autista mi avrebbe preso, per portarmi sul set ho risposto: “Ci vado a piedi da solo e se volete vi spiego io la strada”.

Andrea Tidona insieme a Michele Riondino nella serie tv Il giovane Montalbano
Andrea Tidona insieme a Michele Riondino nella serie tv Il giovane Montalbano

Una leggenda metropolitana narra che quando ha lasciato Modica ha giurato di non volerci più tornare. È vero?

“Dopo il diploma sono andato a Milano per studiare ingegneria. L’unica cosa che mi mancava erano le serate passate in teatro a recitare”.

Anche adesso è così?

“Un giorno scendendo all’aeroporto di Catania sono stato piacevolmente assalito dal profumo di zagara e arance. Cerco, se posso, di vivere sei mesi a Modica e gli altri sei fuori. Non sono un frequentatore di vita mondana e quando mi chiamano, anche amici, per presenziare come Andrea Tidona attore preferisco evitare, non mi piacciono queste cose. Adoro la semplicità”.

Ha trasformato la sua passione in lavoro. Oggi è ancora possibile?

“Ricordo che Ernesto Calindri, uno dei miei maestri, ripeteva sempre: “Voi v’immaginate avvolti da fiumi di champagne e belle donne, ma sappiate che faticherete ad unire cappuccino e cornetto”. La fortuna è fondamentale come il talento e la bravura. Solo chi è veramente innamorato di questo mestiere troverà l’occasione per emergere”.

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