Il fuoco, la passione per il teatro si accendono in lei a otto anni. Ne resta affascinata, ammaliata, incantata. A diciotto è già un’allieva del Teatro Stabile di Catania, con nomi che segneranno la sua carriera, come quello di Giuseppe Di Martino, storico direttore della scuola catanese e docente di recitazione. A ventuno anni il debutto vero, con un gigante della letteratura: Gabriele d’Annunzio e la sua “Figlia di Jorio”, dove interpreta Ornella.
Scriviamo e parliamo di una donna che sprigiona fascino fuori e dentro il palco: Egle Doria, figlia di un pianista e di una scrittrice e poetessa, da cui ha tratto ispirazione per l’arte, per la cultura e ai quali dedica tuttora i suoi lavori. L’abbiamo incontrata per una conversazione esclusiva per Sicilia&Donna e l’attrice catanese, 39 anni, si è raccontata ripercorrendo le tappe salienti del suo sentiero teatrale, e non solo. Dopo il debutto ufficiale con i testi del Vate di Pescara, si trasferisce a Roma, dove continua gli studi con Francesca De Sapio al “Duse Studio”. De Sapio è già un nome importante nella capitale, ha fatto parte dell’Actor’s Studio e ha recitato ne “Actor’s Studio”. Il percorso di Egle la riporta poi a Catania, dove incontra Armando Pugliese oltre a Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina, tutti e tre nuovamente allo Stabile.
“Ho sempre pensato, oltre a queste splendide esperienze, a crearmi un percorso tutto personale – ci confessa Egle – e a produrre gli spettacoli che penso e scrivo. Come nel 2006, quando è scomparsa mia mamma, alla quale rimango molto legata. Già nel 2000 aveva pubblicato il lavoro letterario “Il Canto delle Lune” (Edizioni Le Nove Muse) e da lì ho ritenuto che la vita fosse un passaggio di testimone, come il nostro amore per l’arte. Così, ho ideato un adattamento per il teatro, quasi per ringraziarla del coraggio che mi ha trasmesso nell’inseguire i miei ideali. L’adattamento è nato con la collaborazione di Emanuele Puglia e per la regia di Camillo Mascolino. Lo spettacolo, ancora oggi, continua ad essere richiesto”.
La coppia scenica Doria-Puglia si consolida proprio in questa occasione ed oggi i due attori catanesi portano avanti un progetto tra i più interessanti nel panorama teatrale etneo: con Nicola Alberto Orofino, responsabile artistico e regista, mettono su il “XXI in Scena”, che vuole essere una lettura contemporanea della drammaturgia: Shakespeare, Cechov, Pinter. Gli spettacoli trovano la collaborazione del teatro “Il Canovaccio” e registrano sempre il tutto esaurito nei cartelloni.
“Il Gabbiano di Cechov – aggiunge Egle – ha rappresentato una svolta professionale per me, anche se ogni anno scegliamo un tema diverso. Quest’anno è stata la follia, anzi… il miele della follia, dall’elogio scritto da Erasmo da Rotterdam”.
Egle Doria recentemente è stata anche tra le protagoniste di “Scusate la polvere”, dal libro di Elvira Seminara, adattato da Rita Verdirame e andato in scena al “Musco” di Catania. Audace sulla scena, anche nei suoi silenzi, l’attrice etnea, che continua a crescere in totale sicurezza. Un altro esempio? Nel “Giulio Cesare” di Shakespeare è stata Cassio: leader, stratega, manipolatore segnato dall’insuccesso e che premerà per uccidere Cesare.
Infine, una confessione di vita, dopo quelle artistiche: “Mi piacerebbe lavorare con il regista Pedro Almodovar, dopo l’esperienza in tv su Rai 1 con “La stagione dei delitti” nel 2006, ma…” e sorride, come solo Egle sa sorridere! – …il mio desiderio più grande è avere un figlio. Mio padre mi adora e mi segue in tutti i lavori che faccio. È un legame profondo, che conta molto più di tanti film o successi artistici. Mi piacerebbe trasmettere anche a mio figlio l’amore che ho ricevuto”.
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