Evelyn Famà si definisce una “tremenda pessimista, una lunatica,” eppure in scena tira furori tutta la parte comica e una travolgente simpatia. Talentuosa, camaleontica attrice catanese.
Evelyn Famà in scena con una divertentissima commedia in cui interpreti un personaggio leggermente diverso dai passati in cui ti sei cimentata….
Sì, infatti è un personaggio particolare, borghesissima moglie di un medico (Riccardo Maria Tacci), ruolo diverso da quelli interpretati ultimamente. Marianna è un personaggio che richiede esplicita forza scenica per non andare mai sotto tono. Un personaggio che non ha grande profondità psicologica, essendo inserito in una farsa, e che vive di eccessi, sempre fuori dalle righe, mantenendo sempre una sua credibilità come pure suggerito e richiesto dal regista) Un personaggio che alla fine più che comico definirei brillante.
E tu ti senti più attrice comico o drammatica?
Fondamentalmente comica, anche se nella mia carriera sono riuscita a sostenere ruoli drammatici.Questo perchè in Italia la situazione attuale richiede il saper far tutto mentre all’estero la figura dell’attore è una figura “specializzata”.
E non hai voluto approfondire il lato comico?
Non per ora, il cabaret ha delle sue strade ben precise che ho preferito metter da parte per dedicarmi ad altro, come il ruolo di Cassandra nello spettacolo al teatro Greco di Siracusa diretta dal regista Manuel Giliberti una esperienza bellissima che ho vissuto, ricevendo i complimenti e i consensi da tante persone importanti (da Piera Degli Esposti, a Ugo Pagliai, Paola Gassman, Massimo Venturiello e molti altri capisaldi del teatro Italiano che solo un evento così importante come è stata l’apertura ufficiale del centenario dell’I.N.D.A. di Siracusa, è riuscito a mettere insieme), ho ottenuto la visibilità da parte di un pubblico vastissimo, come anche il film con Alessandro Di Robilant “Mauro c’ha da fare” e le numerosissime scritture al Brancati di Catania con Tuccio Musumeci ed altri grandi del teatro Siciliano e Nazionale.
Da qualche tempo sei dunque tornata al teatro della tradizione siciliana…
E’ quello a cui sono più legata ed affezionata, potendo così lavorare con colleghi deliziosi e grandi professionisti, con cui mi trovo benissimo : Musumeci, Pattavina,Olivia Spigarelli, Valentina Ferrante, Agostino Zumbo, Elisabetta Alma, Margherita Mignemi e tanti altri impossibili da nominare .
Oggi come vedi e com’è secondo la tua esperienza, il “fare l’attore” in Italia?
Indiscutibilmente io sono cambiata, ma è pur vero e non è retorico dire che le cose, la situazione in generale è mutata per la crisi. Negli ultimi 15 anni c’è stata un’ immissione nel mercato di molta gente spesso non motivata e non preparata, semplicemente influenzata dal messaggio che la televisione ha dato e continua a dare. Il tutto facile e subito, la popolarità immediata tipica del reality i cachet decimati per ridurre le spese. Inoltre mancando il lavoro, i veri professionisti in qualche modo sono costretti a dedicarsi all’insegnamento, ai così detti laboratori. A completare lo sconfortante quadro ci sono le produzioni che lasciano da parte la qualità, per ridurre appunto i costi inserendo i non professionisti in contesti professionali a discapito della resa del prodotto artistico
Lasceresti l’Italia per lavorare all’estero? E se sì dove andresti?
Se dovessi andare fuori andrei a Londra perchè mi sono trovata molto bene quando andai a perfezionare la lingua, e poi amo il maltempo! Però devo dire che oggi sto bene qui mi sento molto….(ride) “attrice scritturata”! Lo ammetto : mi piace questa situazione, e poi al giorno oggi mi sento molto fortunata per questo : lavorare nella propria città, in un teatro importante, con dei professionisti e compagnia di altissimo livello, per un teatro che ha un vasto bacino d’utenza. La Sicilia è la mia terra, Catania la mia città è quì ho la mia famiglia, il mio fidanzato.
Che difficoltà hai incontrato e incontri nel tuo lavoro?
Confesso che non ho mai avuto fortunatamente momenti particolarmente difficili, a parte un periodo che ho però sfruttato per scrivere montare e promuovere “Morir di fama” che successivamente mi ha dato notevoli gratificazioni sia artistiche, sia economiche,
Se tuo (ipotetico oggi) figlio ti dicesse che vuol fare il mestiere dell’attore tu cosa gli risponderesti?
Di farlo sì, certo ma di farlo cercando di seguire sempre il proprio istinto, perchè solo ognuno di noi può sapere ciò che deve fare, cioè gli direi di seguire il proprio cuore, ma soprattutto di andare avanti trovando la propria forza interiore, se c’è. Il teatro ti mette a dura prova anche quando ti dà enormi soddisfazioni e gratificazioni .Per cui penso che gli direi “fallo sì, ma prenditi un analista!” (Ride)
Prossimi progetti?
Nuovo testo scritto da me per quattro attori di cui due dovremmo essere io e Carlo, un testo comico che spero di mettere in scena al più presto, ma per ora meglio non parlarne. A metà marzo poi al Brancati in scena con “Crisi di madri” per la regia del maestro Romano Bernardi, con cui mi ritrovo a lavorare dopo anni e questo mi emoziona, e con Alessandra Cacialli, Plinio Milazzo e Maria Rita Sgarlato. La storia di una madre e le due figlie una della quali ha avuto un figlio ed è quindi nella fase di grazia, vede tutto rosa ecc..Il mio personaggio invece è comicamente cinico, un po’ come lo sono anche io nella vita (ride)
Scrivi un Commento