Positività e coraggio. Queste le parole chiave che racchiudono il messaggio delle 8 tracce inedite con cui la cantante messinese Giovanna D’Angi fa ritorno sulla scena musicale.
Il suo debutto artistico risale al 2005, quando, dopo aver vinto Area Sanremo, partecipa come nuova proposta alla 55° edizione del Festival di Sanremo. Quella di Giovanna D’Angi, però, è una passione per l’arte a 360°, che non riguarda unicamente la musica. Di fatti, dopo
l’esperienza sul palco dell’Ariston, si immerge nel mondo del teatro – prima accanto a Stefano Masciarelli come protagonista nel musical “Hairspray”, poi in collaborazioni con le principali compagnie di musical, affiancando artisti quali Michelle Hunziker, Paolo Ruffini, Gabriele Cirilli e Sergio Muniz. Attualmente lavora – insieme a Iva Zanicchi e a Bianca Atzei – al musical “Men in Italy” che presto la vedrà impegnata in una tournée.
Giovanna d’Angi racconta di sé in un’intervista a Sicilia&Donna, racconta della sua musica e del suo legame con la Sicilia, dalla quale non si è mai allontanata veramente.
Giovanna D’Angi, l’intervista
Cosa rappresenta per lei Senza paracadute? Cosa ha voluto comunicare?
“È un ritorno a quello che è il mio primo amore, ovvero la musica, quella che non ho mai abbandonato. Senza paracadute lancia un messaggio ben preciso: è un messaggio di positività, di gioia, di amore. Sono sentimenti e sensazioni in cui mi riconosco totalmente”.
C’è una traccia alla quale è più legata, per via del contenuto o del momento in cui è stata composta?
“Sicuramente si è legati alle canzoni che si scrivono e io ho scritto in parte una delle tracce: Troppe parole non dette. Sono però legata ad ogni brano, perché l’ho visto “nascere” e ha una sua importanza, un valore proprio. Poi ci sono brani come Senza paracadute – che è quello da cui prende il nome l’album – e Anima libera in cui mi rispecchio tantissimo. Parlano di quanto sia importante ringraziare la vita per ciò che ci offre e di quanto sia importante anche rischiare, lanciarsi senza paracadute, appunto, che è quello che spesso non facciamo per paura, perché non sappiamo cosa ci aspetterà. Però è anche vero che se non proviamo non lo potremo mai sapere!”.
Quanto alla scrittura dei brani, ci sono state collaborazioni?
“Tutti i brani sono stati scritti da Raffaele Viscuso, che è anche il produttore dell’album. Insieme a lui hanno collaborato grandi nomi della musica italiana, come: Mauro Lusini (che ha scritto C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones), Gaetano Capitano (che ha scritto Il dio delle piccole cose per Gazzè-Fabbri-Silvestri) e Andrea Gallo (che ha scrittoEva per Mina e Celentano). Ognuno di questi artisti ha senza dubbio conferito all’album un valore aggiunto”.
L’album è stato realizzato anche grazie al crowdfunding. Quanto è stata importante questa modalità di finanziamento ai fini della produzione?
“Il progetto nasce interamente da indipendenti ma l’autoproduzione arriva fino a un certo punto. Ci siamo serviti del crowdfunding non solo per raccogliere fondi – che sono stati fondamentali per ultimare il lavoro – ma anche per far capire alla gente che qualcosa si stava muovendo, che io stavo per tornare con qualcosa di nuovo. Lo abbiamo fatto forse più per pubblicità che per meri fini di produzione. Poi il progetto è arrivato sulla scrivania di Massimo Bettalico che ci ha messo l’etichetta (“Senza dubbi”) e la produzione (“Believe”).Senza paracadute è passato così da progetto indipendente ad album vero e proprio, prodotto da un’etichetta”.
Quali sono i suoi progetti futuri?
“Sicuramente il teatro. E non mancheranno di certo i live in giro per l’Italia per far conoscere il più possibile questo nuovo album.
Qualche domanda su di lei… Qual è il suo rapporto con la Sicilia?
“La Sicilia è per me una sorta di calamita. Vivo fuori ormai da quasi 15 anni ma cerco sempre di trovare il modo e il tempo di tornare. Dopo un po’ vado come in crisi d’astinenza e sento il bisogno di respirare l’aria della mia terra. Sarà perché sono cresciuta a Giardini Naxos col profumo del mare. Quello con la Sicilia è ancora un legame molto stretto: sono fatta della sostanza di cui è fatta l’Etna”.
Cosa direbbe a chi come lei, coltiva la passione artistica ma trova un limite nel territorio siciliano?
“Beh qui si ritorna al discorso sull’importanza del coraggio. Il coraggio mi ha permesso di andare a vivere da sola fin da giovanissima e di cercare un lavoro per arrivare a fine mese, pur restando fedele alle mie passioni. Bisogna avere il coraggio di andare fuori e costruirsi qualcosa. Non che fuori sia più facile. Ma le possibilità sono maggiori, ci si può spostare da una regione all’altra. Io ho trovato il mio centro a Milano ma ho vicino Torino, Firenze, Bologna, Roma. In Sicilia è diverso”.
Si tratta quindi di avere il coraggio di ripartire da zero…
“Sì, di avere coraggio di reinventarsi soprattutto. Perché spesso si comincia a fare qualcosa che poi si rivela non essere quella giusta e allora cosa si fa? Di certo non si può rimanere in stand by. Bisogna andare avanti, fare altro. Io sono una cantante adesso, ma ho fatto la speaker radiofonica, la ballerina, la presentatrice…mi sono reinventata più e più volte. Ho cercato il modo per fare tutto ciò che fosse legato al mio sogno”.
Cosa crede sia necessario per riuscire a creare il proprio spazio nel mondo?
“Lo studio è alla base di tutto. È importante avere voglia di non fermarsi mai, di imparare da ciò che ci circonda e dalle persone che abbiamo attorno. Nel bene e nel male si impara sempre. Se si è disposti a fare questo – oltre che a credere fermamente in sé stessi e nei propri sogni – diventa possibile raggiungere qualunque obiettivo auspicato, non c’è ostacolo che tenga”.
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