Donne coraggiose, intraprendenti, a volte irreprensibili altre incorreggibili. Attraverso i loro volti, i racconti e le loro emozioni, la scrittrice Giusy Sciacca rievoca, tra realtà e leggenda, la storia siciliana dai tempi del mito fino agli albori del Novecento.
L’autrice, di origini siciliane, oggi controllore di volo a Roma e collaboratrice di varie testate giornalistiche, dopo un lungo iter di studio e ricerca, pubblica con la casa editrice Kalós il testo Virità.
Titolo rappresentativo, evocativo della Sicilia. “La Sicilia è femmina. Da qualsiasi angolatura la si guardi. In prospettiva bi- o tridimensionale. Sul fronte artistico, culturale e paesaggistico, la Sicilia è l’Isola-Femmina” scrive Giusy Sciacca nella sua introduzione.
“Come credeva Leonardo Sciascia: l’intera Sicilia è una dimensione fantastica. Come si fa a viverci senza immaginazione? Io, in “Virità”, ho immaginato tanto”, così afferma la scrittrice.
Un Mix di storie che coniugano la storia reale con un racconto di invenzione e che permettono di sorridere, oltre che informarsi.
Giusy Sciacca: l’intervista
Come nasce questo libro e perché?
“Virità nasce a conclusione di un lungo percorso di ricerca. Una ricerca di tipo storico, culturale e linguistica che inconsapevolmente opero da sempre. Una ricerca documentale tra libri di storia, bibliografie e archivi. Questo perché ogni personaggio viene inquadrato in un contesto ben definito.
All’interno del volume si respireranno molte lingue e da un racconto all’altro si parlerà in greco, latino, arabo, ebraico fino all’arbëreshe o in un siciliano impregnato di suoni e parole di origine lontana. Ho scelto di fermarmi – solo per adesso – agli albori del Novecento perché avevo innanzi tutto bisogno di ripercorrere, sebbene a grandi passi, quasi duemila anni di storia.
Per me era necessario condividerla arricchendola di creatività e immaginazione”.
Giusy Sciacca: Voce alle donne
Un volume ricco di storie… quali sono quelle che l’hanno più appassionata?
“Le ho amate tutte. Ho deciso di dare voce a venti donne, ma sono molte le donne che ho dovuto, per adesso, tralasciare… una scelta difficile, a tratti perfino dolorosa.
Sicuramente tra tutte, una donna che mi ha colpita molto è Cleopatra di Sicilia. Nota anche come la figlia di Mirabetto, figura importantissima quando Federico II assediò l’emiro nella sua rocca di Entella. Nonostante tutto Cleopatra riuscì a non arrendersi, a fronteggiarlo e pur di non cedere al nemico preferì darsi alla morte avvelenandosi”.
Com’è strutturato e qual è l’obiettivo del volume?
“Si compone di cinque sezioni, con racconti semi-autobiografici, quasi dei monologhi, che vertono su informazioni storiche, documentali e letterarie.
Delle protagoniste ho cercato di interpretare il sentire, ciò che non hanno detto o non è stato mai sufficientemente ascoltato. Dare loro voce una volta per tutte.
Il titolo e il sottotitolo racchiudono tutto il senso di questo progetto. La stessa “virità “può essere parziale, relativa. Appartiene a una e a molte, ognuna è certa di averne almeno una.
Siano state esse regnanti, nobili o schiave e popolane, criminali o eretiche, donne di scienza e artiste, hanno vissuto da protagoniste più di quanto spesso la storia o la letteratura abbia reso loro merito perché viziate da misoginia atavica, di frequente tanto interiorizzata da non essere percepita”.
È un libro rivolto a tutti…
“Assolutamente. Un volume che non è rivolto solo alle donne o solo ai siciliani.
L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto […], scriveva Goethe.
La Sicilia è culla di cultura e storia in senso molto più ampio dei confini regionali e nei racconti delle protagoniste si leggerà della storia e del patrimonio culturale che appartengono all’Italia intera e oltre.
Anche il pubblico maschile ricorderà o scoprirà di aver condiviso il lungo percorso dal mito all’Unità d’Italia con donne dalla personalità affascinante”.
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