La musica surrealista e spensierata di Cassandra Raffaele


La cantante siciliana Cassandra Raffaele
La cantante siciliana Cassandra Raffaele

Polistrumentista, arrangiatrice e produttrice, Cassandra Raffaele, che ama definirsi una Cantora indipendente, suona chitarra, ukulele, batteria, basso, tastiere/synt, oltre la sua originalissima voce. Il suo background è un’esplosione di esperienze musicali e artistiche che spaziano dalla musica alla danza. Cresciuta circondata dai vinili del padre batterista-cantautore, nel 2010 partecipa ad X-Factor. Da allora ha lavorato ai suoi pezzi che si sono guadagnati una miriadi premi, fino all’uscita nel gennaio del 2014 del suo album d’esordio La valigia con le scarpe (Leave

Cassandra Raffaele ha partecipato a Xfactor
Cassandra Raffaele ha partecipato a Xfactor

Music/Universal Music)  che raccoglie canzoni definite da lei “Transizioni emotive in movimento” e che è stato candidatoper il premio Tenco come Miglior Opera Prima. Cassandra ha presentato in questi giorni a Palermo il suo secondo lavoro discografico CHAGALL (Leave Music/distribuito da Sony Music) del quale è produttrice artistica e arrangiatrice. Dieci tracce che segnano una svolta importante per la carriera della cantautrice siciliana con tre collaborazioni con alcuni tra i più importanti nomi della scena cantautorale italiana e internazionale: Elio (di Elio e le storie tese), Brunori SAS e l’artista francese Nico & the Red Shoes.

Intervista a Cassandra Raffaele

Canti da autodidatta da sempre, quando e perché hai deciso di andare ad X-Factor?

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Cassandra Raffaele

“Sono cresciuta circondata dalla musica di mio padre, ero intonatissima fin da piccola e andavo ad orecchio assoluto. E ’anche vero però che mi sono laureata in neurofisiopatologia e ho cominciato fin da subito a lavorare in ospedale. Avevo tralasciato un po’ le mie attitudini, anche per rendere felici i miei genitori, e crearmi un futuro. X-Factor arrivò in un momento in cui stavo mettendo in discussione me stessa e il mio lavoro. Ci è voluto molto coraggio ma per fortuna mi si è aperta questa possibilità. Fino ad allora ero stata essenzialmente un interprete. Dopo X-Factor cominciai a scrivere i miei testi, una valanga di testi. Per quattro anni, dopo il primo brano, Cipria e Rossetto, prodotto da Mara Maionchi, ho lavorato duramente. Ho vinto molti premi: Premio Bindi, Milo Music Contest di Franco Battiato, Premio Bianca dʼAponte dove mi aggiudicai il Premio della Critica con il brano L’occasione. Tuttavia ogni volta sperimentavo i miei brani dicendomi “viremu chi succedi!”. Finché incontrai la mia casa discografica e uscì il primo album. E poi, ora il secondo”.

A proposito del secondo album, perché intitolarlo Chagall?

“E’ un sentito omaggio alla pittura surrealista di Marc Chagall. Io adoro la sua concezione dell’arte, della vita e dell’amore. Si collegano all’idea della leggerezza e della spensieratezza che ho della musica. Quando creo la mia musica, mi sento sospesa, proprio come in un quadro di Chagall. Anche i miei testi, spesso sono leggeri e leggermente surrealisti”.

Da dove derivano i tuoi testi?

Capita spesso che io parta da un’immagine. Come ad esempio in a A (T) TRATTI. Questa canzone nasce da un’immagine forte, che ho avuto dopo un sogno: una donna canta con degli elettrodi in testa, distesa su un lettino. Sta facendo un elettroencefalogramma. Ma al posto delle onde alfa, scorrono le immagini della sua vita. Altre volte arriva prima la musica, soprattutto la semplicità della musica, con i suoi ritornelli scanzonati e ironici”.

Com’è stato lavorare con Elio e Brunori SAS?

La copertine dell'ultima album di Cassandra Raffaele, Chagall
La copertine dell’ultima album di Cassandra Raffaele, Chagall

“Condivisione allo stato puro. Li conoscevo e per farli lavorare nel mio album ho pensato più che altro di costruire dei salotti dove farli accomodare per condividere le cose che ci accomunano. Sono entrambi spensierati, come me, sappiamo che in fondo quello che conta nella vita è il non annoiarsi. E’ stato sorprendente come sia stato naturale il loro adattarsi perfettamente alla via tracciata dal mio album”.

 Quale strumento preferisci suonare?

“Per riallacciarmi alla leggerezza e spensieratezza della musica che mi piace direi l’ukulele. Per me è essenziale. Poi in realtà ho bisogno di suonare molti strumenti, li utilizzo come se fossero una tavolozza di colori. In questo momento, ad esempio, sono sedotta dai suoni elettrici e dall’elettronica. Ogni album è come un film, cambiano gli attori, i costumi le scenografie. Nel prossimo album potrei cambiare di nuovo. Poi, ovviamente, resto sempre io nelle linee essenziali e nelle idee che ho della musica”.

 Cassandra: un nome di un certo peso…

“Non dirmelo ti prego (ride). Ho dovuto subire da piccola, giochi linguistici di ogni tipo. Mi chiamavano cassatella per alliterazione. E poi, sì, battute sulla sciagura a non finire. Ai miei piaceva il nome per la pregnanza del mito, amavano questa profetessa dal potere sibillino”.

Le previsioni di Cassandra? Qual è il prossimo sogno?

“A me basta arrivare a più gente possibile, sentire urlare al pubblico le mie canzoni”.

 

 

 

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