Dopo mezzo secolo di passioni, sentimenti, costanza e diligenza per il Teatro, il regista teatrale e Presidente regionale F.I.T.A (Federazione Italiana Teatro Amatoriale), Santi Consoli, ha deciso di celebrare questo rapporto di intenso amore con un evento culturale per conoscere, imparare ed approfondire “come i sogni di un giovane ragazzo armato di sana incoscienza e tanta speranza siano diventati realtà”. L’appuntamento è con 50 anni in 90 minuti:cosa ho fatto, con chi l’ho fatto, quando l’ho fatto, perché l’ho fatto, sabato 19 marzo, ore 17.00, al Palazzo della Cultura, in Via Vittorio Emanuele II, di Catania, dove Santi Consoli racconterà: “la Sicilia e la Catania che c’era, c’è e non c’è più tra emozioni, ricordi, batticuori e numerosi storici anneddoti su quel luogo magico che è il palcoscenico.” Per l’occasione saranno svelati anni di storia del nostro Teatro e della nostra città.
L’intervista a Santi Consoli
Cos’è F.I.T.A. e perché è necessaria?
F.I.T.A. è la più grande federazione nazionale che raccoglie associazioni, culturali, artistiche legate alle attività non professionistiche, (attenzione non professionali, c’è una netta differenza), in particolare al teatro amatoriale, senza fini di lucro. Personalmente sono legato alla federazione da ben 16 anni, gli ultimi 12 da Presidente regionale. Dopo che venne a mancare, intorno agli anni’80, l’E.N.A.L,(Ente Nazionale Assistenza Lavoratori), ente eliminato perché ritenuto superfluo, e con esso anche le G.A.D (Gruppi Arte Drammatica) fior fiori di attori teatrali vennero buttati fuori dalle grandi aziende. Da quelle ceneri, per non sprecare tutto quel talento che non cercava una fonte di reddito dall’attività teatrale è nata F.I.T.A che mantiene lo scopo di stimolare e sostenere la crescita morale, spirituale e culturale dell’uomo attraverso ogni espressione dello spettacolo realizzato con carattere di amatorialità. Fino al 2000, la Federazione ha avuto supporto e apporto dalle istituzioni, negli ultimi anni, invece, fatichiamo con le unghie e i denti, per mantenere vivo il rapporto con i territori dove portiamo il teatro. Con le nostre 130 compagnie in Sicilia e le 1300 in Italia, F.I.T.A è una grande realtà che ancora oggi, soprattutto nel Sud, qualcuno stenta a riconoscere. Eppure chi porterebbe il teatro in posti come Ramacca, Mineo, Nicolosi, se non i nostri sacrifici? Partendo dal presupposto che non esiste un teatro di professionisti e uno amatoriale ma semplicemente un teatro buono o uno cattivo, con i miei festeggiamenti vorrei provocatoriamente far capire, a pochi o a molti, questo non m’importa, la quantità di tempo e qualità di vita che la stragrande maggioranza di noi ha dedicato a questa passione. Molti hanno sacrificato piccoli patrimoni per questo scopo e quello che abbiamo fatto, l’abbiamo fatto con le sole nostre forze e risorse.
Cosa racconterà in 50 anni in 90 minuti?
Racconterò di quella Catania che era bella, anche se tutti lamentandoci affermavano che non lo fosse. Ricorderò anche eventi nefasti come quando il teatro di Sangiorgi fu assimilato al Teatro Massimo, mentre sarebbe dovuto diventare un teatro comunale che Catania non ha mai avuto. Riporterò semplici constatazioni di fatto, eventi che conosco bene, visto che ebbi il vantaggio di essere figlio di un giornalista con una carriera di ben 40 anni alle spalle. Ho conosciuto e conosco tanti ‘uomini e bestie’. Racconterò anche le mie piccole rivoluzione non armate, come quando negli anni 80 fui il primo a rivendicare una casa per i fratelli Napoli.
Il ricordo più bello di 50 anni di carriera?
Ne ho molti, sicuramente tra questi i concorsi teatrali proposti per gli inediti di ambienti siciliani da cui sono nati dei bellissimi testi, di cui uno purtroppo non è mai andato in scena: Gli ultimi giorni di Sant’Agata. Anche se da poco abbiamo portato in scena il musical Agata che ha riscosso immenso successo. Lo ribellamento di Sicilia, storia dei vespri siculi, è un altro testo meraviglioso che ricordo con affetto. Poi con ‘due lire’ ho cercato di tenere in vita il Premio Scena che voleva essere un riconoscimento per quelle personalità meno in vista. Del resto ho sempre lavorato per le minoranze. Basti pensare al Premio Musco che ho organizzato a Milo e dove teniamo da 10 anni una rassegna teatrale. Molte soddisfazioni, insomma. Tra queste ci sono state anche quelle più vistose, ad esempio la mia partecipazione attoriale a fiction come Montalbano o Capo dei Capi. Tuttavia le gioie più grandi sono sempre legate alla vita teatrale.
Prossime iniziative?
Dopo 50 anni di carriera non faccio più il regista, quindi vengo chiamato per recitare. Al momento sono impegnato con lo Stabile di Mascalucia, nell’interpretazione del Re del Piccolo Principe. Immediatamente dopo, con Teatro Insieme metteremo in scena un classico del repertorio siciliano: Annata ricca, massaro cuntentu.
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