Andrea Biagi, diversamente abile in seguito ad un incidente stradale che ha cambiato la sua vita, si è dedicato con passione allo sport. La disabilità ha fatto avvicinare Andrea Biagi alla canoa e con impegno ha vinto tantissimi premi diventando campione mondiale. Lo abbiamo intervistato e ci ha raccontato dei sacrifici, delle gioie e dei premi.
A cosa è dovuta la sua disabilità?
Sono paraplegico dal 1992 in seguito ad una lesione midollare, a causa di un incidente stradale. Da allora ho dovuto imparare un nuovo modo di vivere.
Come nasce la passione per la canoa?
Dopo una lunga degenza mi sono subito reso conto che le possibilità di praticare uno sport nel 1993 per un paraplegico non erano tante. Le varie associazioni a cui mi ero rivolto mi prospettavano soltanto sport legati alla carrozzina o il nuoto. Fare sport stando in carrozzina non mi andava, perché volevo avere una maggiore libertà di movimento. Il kayak mi è subito sembrata la scelta giusta e mi sono immerso in questa splendida avventura.
Quali sacrifici comporta diventare campione mondiale?
Per me i sacrifici maggiori riguardano l’alimentazione e l’allenamento intensivo. Questi risultati si raggiungono insieme alla squadra, lavorando tutti insieme. Il mio allenatore, Daniele Romano, e la mia società (Polisportiva Canottieri Catania ) e tutti coloro che mi sono stati vicini hanno reso possibile tutto ciò. Per un’atleta diversamente abile, fondamentali sono gli adattamenti.
Ci racconta dei suoi premi?
Il mio medagliere è molto vasto: titoli italiani di varie specialità, campionati europei e la medaglia d’oro ai campionati del mondo in Canada nel 2009, specialità K2 misto 200mt. Le vittorie più recenti sono l’oro nel K2 200 mt, insieme al compagno di squadra, Salvo Ravalli, e tre argenti, ai campionati italiani a Milano.
Che opportunità offre la città di Catania ai diversamente abili che vogliono praticare sport? C’è qualcosa che vorrebbe cambiare o proporre?
Vi sono diverse società sportive ed è possibile praticare sport per i diversamente abili, nuoto, atletica, canoa, tiro con l’arco. Sarebbe necessario favorire l’accesso dei diversamente abili alle discipline sportive, dando la più ampia possibilità di scelta, ma senza il sostegno degli enti ciò non è possibile.
Quale messaggio vorrebbe inviare ai giovani che desiderano intraprendere la carriera sportiva?
Di fare sport con impegno e passione, ma senza mai abbandonare l’aspetto ludico. Le medaglie saranno una gioia in più, ma non possono rappresentare la sola motivazione che spinge alla carriera sportiva.
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