Lo conferma la storia del gioco delle carte siciliane e le diverse varianti tipicamente regionali di gioco presenti. Si tratta dunque di una tradizione che, dalle origini e dalla diffusione nel territorio, specialmente a partire dal XVI secolo, si è poi estesa anche ai giorni nostri, evolvendosi con la tecnologia, come dimostra anche la crescente attitudine regionale verso il gioco online, sia da desktop che da dispositivi mobili.
Gioco delle carte siciliane: La storia e le varianti
La presenza delle carte da gioco in Sicilia risale al 1400, dopo la diffusione in Europa dall’Oriente, a seguito delle Crociate.
Il gioco delle carte siciliane prende però spunto, seppur con alcune varianti, dalle carte spagnole, giunte in Trinacria nel sedicesimo secolo, in conseguenza della dominazione ispanica. Successivamente, nel 1610, ai cartai venne riconosciuta dal Senato una vera e propria qualifica professionale, che dette origine a un consorzio di artigiani, i quali dipingevano a mano le carte, almeno fino all’avvento della xilografia, che destò una produzione in serie in epoca rinascimentale, e dunque a un’ancora più ampia diffusione del gioco tra la popolazione.
Il mazzo siciliano si compone di 40 carte – con probabili influenze del Tarocco – e si distingue dagli altri, oltre che per la raffigurazione della Trinacria sul Tre di Denari, anche per i nomi associati ai semi:
- i Bastoni sono le “mazze”,
- i Denari si definiscono “oro” oppure “aremi”.
Una particolarità è inoltre:
- il Fante, che prende sembianze femminili,
- mentre il Re di Denari viene definito anche “matta”,
- con funzioni speciali in varianti come il Sette e Mezzo e il Cucù.
Proprio il Cucù è uno dei giochi di carte della tradizione più amati e diffusi in Sicilia, specialmente nei periodi di festa. Le regole prevedono che colui che alla fine possiede la carta dal valore più basso perde; inoltre, la carta in mano può essere cambiata solamente se si possiede un Asso, anche se il Re in questo caso svolge la funzione di “jolly”.
Gioco delle carte: la zecchinetta
Tipico delle feste, e in particolare del periodo natalizio, è anche il gioco della Tummula, ovvero la Tombola Siciliana, che, specialmente in passato, veniva giocata con le carte tradizionali anziché con le cartelle oggi conosciute.
Tra le altre varianti regionali più note c’è la Zecchinetta, citata anche – come soprannome di uno dei protagonisti – nel libro “Il giorno della civetta” del celebre scrittore siciliano Leonardo Sciascia. Il nome di questo gioco, in cui secondo alcuni ci sarebbe una somiglianza con il contemporaneo poker texano, deriva probabilmente da quello dei Lanzichenecchi, che l’avrebbero diffuso nel territorio nei primi del Seicento, a seguito dell’invasione della penisola italiana.
Oltre a questi giochi tipicamente isolani, però, in Sicilia sono particolarmente amati anche il Sette e Mezzo e la Briscola, tipici della tradizione italiana e presenti in più varianti, a seconda del mazzo utilizzato che, oltre a quello siciliano, prevede anche l’uso di quello piacentino o napoletano.
LE CARTE: DALLA TRADIZIONE ALL’ONLINE
La popolarità e la diffusione del gioco delle carte in Sicilia – come nel resto d’Italia – è ancora decisamente attuale, ed è approdata anche nel mondo dell’online, sia per mezzo di app dedicate, disponibili per dispositivi iOS o per sistemi Android, sia tramite l’offerta degli operatori dei casinò a distanza legali, il cui palinsesto prevede numerosi giochi.
Tra quelli più amati in Sicilia, ad esempio, ci sono il Sette e Mezzo, la Briscola e la Scopa, che, nelle app dedicate come nel miglior casinò online, rappresentano il fulcro dell’offerta legata alle carte tradizionali. Alcuni operatori legali presenti sul web dedicano ai giochi classici delle apposite sezioni sul sito, ma anche varianti come il “Premio Matto”e la “Cirulla”, nonché, come “funzione speciale”, la possibilità di scegliere con quale tipo di mazzo giocare.
Una conferma della crescente attitudine al gioco di carte per mezzo web o mobile è attestata dai dati italiani di settore. Il “Libro Blu”, l’annuale pubblicazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM, ex AAMS) presentato alla fine del 2020, ha infatti evidenziato come un terzo della raccolta generale nel periodo di riferimento fosse relativa proprio al gioco a distanza, con una particolare incidenza dei giochi di carte, i quali hanno assorbito il 64 per cento dei 36,4 miliardi di euro delle puntate totali online. Si tratta di un dato che, se incrociato a quello del numero di conti aperti per le attività di gioco a distanza, vede in testa le regioni del Sud Italia, e in particolare la Campania e la Sicilia che, rispettivamente con 2 milioni e 526 mila e 1 milione e 819 mila conti attivi, superano la Lombardia.
I dati in questione possono essere imputabili a vari fattori. Oltre a una crescente e diffusa digitalizzazione dell’utenza va infatti considerato anche il ruolo di “traino” dei giochi di carte nella raccolta online, nonché la popolarità di alcuni di questi in regioni come la Sicilia e la Campania, che non a caso dispongono di propri mazzi tradizionali.
Il mazzo, del resto, rappresenta uno strumento importante per i giocatori, specialmente per quelli radicati al proprio territorio.
Le carte, oltre alla mera funzione del gioco, hanno infatti anche un valore storico e culturale, come testimoniano gli artisti che, nel corso del tempo, le hanno raffigurate. Quelle siciliane, in particolare, sono il soggetto principale della serie del pittore Francesco Toraldo “Carte Made in Sicily” e della collezione privata di Paola Masino, con opere, tra gli altri, di Alberto Burri e Carlo Carrà. Seguendo l’evoluzione tecnologica, inoltre, il mazzo siciliano è approdato anche su Instagram, grazie ai profili @sicilianwords – che racconta una a una, l’origine delle singole carte, e @sterfe_illustra – account dell’illustratrice Ester Ferrigno, la quale si concentra su simbologia e tradizioni.
Fonte: Wikipedia (CC-BY-SA-3.0)
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