Tennis tavolo, la giovane Rosaria Cariotti in Nazionale


cariotti

Uno stage nella nazionale di tennis tavolo, dopo appena quattro mesi di pratica all’Unità Spinale Unipolare: è l’invidiabile traguardo di Rosaria Cariotti, 31enne tetraplegica di Misterbianco, per alcuni giorni ospite della Fitet (Federazione italiana tennis tavolo) che l’ha “scoperta” nel corso delle attività sportive presso l’ospedale Cannizzaro di Catania.

Qui, a marzo, Rosaria ha impugnato per la prima volta un racchetta da ping-pong e ha subito impressionato i tecnici per le sue attitudini: «Da quanto tempo giochi?, mi hanno chiesto. Non credevano che non avessi alcuna esperienza», racconta la ragazza, che prima aveva tentato altri sport ma con minore entusiasmo. Con il tennis tavolo, invece, è diverso. Allora inizia l’allenamento di due sedute a settimana nella palestra sportiva dell’Unità Spinale, dove dall’anno scorso alcuni tecnici della Fitet, grazie a un accordo con l’Azienda Cannizzaro promosso dalla dott.ssa Maria Pia Onesta, direttore dell’USU, che coinvolge anche il Cip (Comitato italiano paralimpico), svolgono un’attività di avviamento allo sport. «In questi mesi ho fatto molti progressi: prima mi interessava solo tirare la pallina oltre la rete, ora ho migliorato la tattica e la tecnica», dice Rosaria, che ha fatto tesoro anche dell’esperienza al Centro federale paralimpico di Lignano Sabbiadoro di questi giorni, in compagnia di un’altra diecina di atleti paralimpici: «È stato faticoso, con allenamenti di tre ore sia la mattina e sia il pomeriggio, ma è stata un’esperienza bellissima, che mi ha dato modo di confrontarmi con persone con i miei stessi problemi. I tecnici mi hanno detto di continuare ad allenarmi, e io lo farò: voglio portarmi avanti perché mi piace», afferma determinata. E sostenuta, in questo percorso, dalla sua terapista occupazionale Antonella Maiolo e dalla fisiatra Elide La Scala che nell’Unità Spinale si occupa di spor-terapia.

«A impostare gli allenamenti è stato lo stesso Alessandro Arcigli, direttore tecnico della nazionale paralimpica», sottolinea Federico Puglisi, l’altro tecnico per atleti diversamente abili che con Tiziano Aiello prepara i pazienti dell’USU. «Rosaria ha una particolare attitudine, ma ha avuto pure il merito di essere costante negli allenamenti. Come lei anche altri pazienti possono raggiungere gli stessi traguardi», dice Carlo Pandolfini, tecnico della Fitet che da settembre tiene gli allenamenti nell’Unità Spinale. «La nostra comincia come attività terapica – aggiunge – volta a migliorare l’autonomia, ma per chi ha voglia e possibilità può diventare un avviamento alla pratica fino al tesseramento con società sportive». Sotto questo profilo, il percorso di Rosaria è d’esempio per tutti nel progetto di riabilitazione, in cui lo sport svolge un ruolo fondamentale.

 

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