Si narra che Castiglione di Sicilia nasconda tesori di grande valore e che soltanto determinate pratiche esoteriche possano renderli accessibili. Ovviamente sono leggende, però chissà se uno di quei passaggi sotterranei che attraversano il paese non conduca proprio a uno di quei tesori… È certo, che la rete di gallerie presenti nel sottosuolo costituì un efficiente sistema difensivo, come quelle che nel Medioevo collegavano la Roccaforte del Castelluccio e un avamposto identificabile con la Chiesa dei S.S. Apostoli Pietro e Paolo, al Castel Leone, fortificazione da cui Castiglione prese il suo nome.
Il borgo medievale etneo, inserito nella lista dei borghi più belli d’Italia e candidato al riconoscimento di Borgo dei Borghi per il 2017, il cui territorio ricade nell’ambito del Parco dell’Etna e del Parco fluviale dell’Alcantara, era abitato dai Greci già dal 403 a.C., i quali avevano capito sin da subito il potenziale strategico dell’ubicazione. Nel corso dei secoli si susseguirono varie dominazioni, come quella dei Romani, degli Arabi, che rivoluzionarono i sistemi d’irrigazione e giunsero persino ad allevare coccodrilli nel fiume Alcantara, dei Normanni e degli Svevi. Castiglione si sviluppò e prosperò sotto tutte le dominazioni; il castello continuava a fortificarsi, si costruivano chiese e palazzi, grazie alla ricchezza proveniente dalla coltura e dalla lavorazione del lino e delle nocciole. Dopo la cacciata degli Arabi da parte dei Normanni, Castel Leone, arrivò al suo massimo splendore e furono edificate le mura e U Cannizzu, una torre di vedetta situata all’estremità della città.
Attraverso alcuni itinerari tematici è possibile ripercorrere le tappe della storia e conoscere Castiglione in tutte le sue sfaccettature: l’itinerario storico-culturale, permette di conoscere in maniera approfondita l’ arte e le tradizioni;
l’itinerario eno-gastronomico, invece, è un viaggio nel mondo dei sapori di Castiglione di Sicilia; ed infine, l’itinerario naturalistico-paesaggistico, dà la possibilità di immergersi nella natura incontaminata del Parco dell’Etna e della valle del fiume Alcantara.
Castiglione di Sicilia, gli itinerari
Itinerario storico-culturale
Non si può cominciare se non dalla visita del Castello che un tempo era suddiviso in vari quartieri, ognuno dei quali aveva funzioni diverse. Vi era la parte più nobile riservata al castellano; vi erano le scuderie, i fienili, le stalle, le abitazioni per i servi e per gli addetti alla manutenzione; vi erano le carceri, all’interno delle quali, nelle scomode celle dette dammusi, lunghe non più di due metri ed alte appena un metro, venivano rinchiusi spesso i più facinorosi avversari politici e più incalliti delinquenti; vi erano le cisterne per conservare l’acqua piovana o per nascondervi, durante gli assedi, vettovaglie e suppellettili preziosi. Castiglione invita comunque a una visita globale del suo caratteristico centro storico da tipico borgo medievale, senza però poter prescindere dal rivolgere particolare attenzione alla trecentesca chiesa cassinese di San Nicola e alla ancora più antica “Cuba”. La vetusta Chiesa cassinese di S. Nicola, già nel 1338 fu oggetto di visita da parte di mille cittadini provenienti da Agira. Pregevoli gli affreschi all’interno della chiesa, appartenenti all’arte iconografica bizantina. La Cuba di Santa Domenica, è un’antichissima cappella di stile e costruzione bizantina; eretta probabilmente tra il 775 ed i primi dell’800, è uno degli edifici religiosi siciliani più intriganti e misteriosi. La costruzione infatti, per decenni ha attirato studiosi, sia italiani, sia stranieri, che invano hanno tentato di fornire valide spiegazioni sul perché della presenza di un edificio religioso isolato, al centro della Valle del fiume Alcantara. Tornando verso il centro storico, altre strutture di grande interesse culturale sono la Chiesa barocca di S. Antonio Abate, che si trova in quella che un tempo era denominata “piazza dei notai”e la Chiesa dei S.S. Apostoli Pietro e Paolo che fu edificata nel 1105; la tradizione vuole che sia stato il Gran Conte Ruggero d’Altavilla, autore della grande costruzione.
Degna d’ammirazione è la meridiana del 1882 , posta al suo interno. Questa chiesa, insieme alla Chiesa di S. Benedetto e l’orfanotrofio Regina Margherita, formano una grande triade ecclesiastica. Per ultima, ma non per importanza, risulta la Basilica di Maria SS. della Catena, costruita come tante altre chiese su basi già esistenti di vecchi ruderi bizantini, che occupavano la roccia.
Da non dimenticare la Torre, chiamata “u Cannizzu“, e il Castelluccio. La prima, di forma cilindrica è anche il simbolo di Castiglione. È un altro raro reperto, edificato tra il XII e XIV secolo, utilizzato come granaio e deposito d’acqua in tempo di carestie e come torre di avvistamento di eventuali assalti di nemici. Si trova in uno dei siti più incantevoli del paese, una parete a strapiombo frammezzata da stretti passaggi tra blocchi di arenaria. Il Castelluccio, situato nel cuore dell’abitato, si trova alla stessa quota del Castello grande del quale si può presumere costituisse un avamposto per l’abitato a integrazione delle difese del castello e delle fortificazioni urbane.
Itinerario eno-gastronomico
Passando dalle bellezze architettoniche alle prelibatezze del piatto, Castiglione si racconta anche attraverso la sua cucina. Ricchissima, affonda le proprie radici nelle millenarie tradizioni culinarie dei popoli che da qui sono passati. Sul territorio di Castiglione di Sicilia insistono colture di diversa natura: vigneti, uliveti, noccioleti, castagneti e frutteti. In un luogo come questo il vino non può che essere degno figlio dell’Etna: straordinariamente nero, forte e caldo.
Da gustare i maccheroni fatti in casa e conditi con il ragù di maiale e ricotta al forno, i “tagghiarini” alle ortiche ed il coniglio selvatico, ma anche le “fave a maccu”.
Da cucinare rigorosamente alla brace le carni di maiale, castrato, agnello e capretto. Tipiche sono le conserve, la mostarda, i formaggi e gli insaccati.
Ottima la frutta, ma anche le castagne e le nocciole, che fanno da base ai caratteristici “cuddureddi”, tipici dolci di Natale ripieni di nocciole e miele, anch’esso locale, così come le provole, il pecorino siciliano e la ricotta. Tra i dolci da annoverare quelli alle mandorle, alle nocciole ed ai pistacchi, ed i deliziosi “sciauni”, frittelle di ricotta fresca.
Itinerario naturalistico-paesaggistico
Il Parco dell’Etna e il Parco Fluviale dell’Alcantara, offrono la possibilità di immergersi a piedi, a cavallo, in mountain bike, in fuoristrada o con i quad, in due ambienti dai colori e profumi unici: il primo caratterizzato da immensi boschi e dalle distese bruciate dal vulcano, con i suoi paesaggi fatti di rocce taglienti e sbuffi di zolfo, il tutto sotto il cielo più blu che abbiate mai visto; il secondo ricco di tipicità vegetali ed animali, trova la sua massima espressione nelle famose Gole dell’Alcantara, ovvero in quelle ferite inferte alle rocce basaltiche dall’eterno scorrere dell’acqua che si infiltra e fuoriesce a temperature bassissime.
Caro Castiglione ….ti porto nel cuore !!!!Rappresenti le mie origini….e sei un paese magico….a presto spero….ci tengo ….VOGLIO che anche i miei figli respirino quell’aria dolciastra che e mani!