La Sicilia raccontata da Peteer Umblia, giornalista svedese che ha girato la nostra isola per provare a raccontarla. Lo abbiamo incontrato in un ristorante catanese confrontandoci con lui per capire come quest’isola viene
vista con gli occhi di chi non la conosce. Quali sono gli stereotipi della nostra terra? E soprattutto qual è l’atteggiamento prima e dopo averla visitata. Vi proponiamo
l’intervista che abbiamo fatto a Peteer Umblia alla fine del suo viaggio.
Il viaggio in Sicilia di Peeter Umblia
Che idea avevi della Sicilia?
“In un primo momento ero un po’ impaurito specie quando, arrivato a Catania, ho visto, dall’autobus che mi portava dall’aeroporto alla città, una zona brutta come quella del porto. Ho anche pensato che la zona che si trova dietro il Teatro Massimo fosse pericolosa. Ma è una sensazione sparita molto velocemente grazie alle persone del luogo
che ho trovato molto carine e disposte ad aiutarmi. Non avevo un’idea precisa della Sicilia prima di arrivare qui. Semplicemente volevo visitare la Sicilia e luoghi che non avevo mai visto prima”.
Quali sono gli stereotipi sui siciliani nel tuo Paese?
“Si parla spesso di Cosa Nostra e molti posti del sud Italia vengono percepiti come pericolosi. Ho viaggiato molto e visto molti posti così ho volute vedere da vicino se questi stereotipi fossero veri. In linea di massima noi in Svezia abbiamo un’immagine positiva della gente italiana e siciliana. Ma non consociamo molto della Sicilia così molta gente è portata a pensare al problema mafioso”.
Perché hai scelto di scrivere un articolo sulla Sicilia?
“Io scrivo sempre articoli sui posti in cui vado. Ma la Sicilia era un posto di cui mi sono innamorato. È sorprendente vedere così tante persone così amichevoli e gentili. Ne ho incontrate tante e molto calorose. Mi ha molto sorpreso la curiosità che i siciliani
hanno. Ho incontrato molti gruppi scolastici in giro per l’isola. In alcuni posti abbiamo parlato per ore e devo dire che mi sono piaciuti molto”.
Per quale giornale scrivi?
“Sono un giornalista free lance quindi dipende. Le opportunità per i free lance sono pesantemente ridotte così devo lavorare sulla mia lista di contatti per capire quali giornali o testate varie possano essere interessate al lavoro che svolgo”.
Dove sei stato in Sicilia? Cosa hai visitato?
“Sono stato a Catania e con un piccolo gruppo ho visitato l’Etna. Poi sono andato a Siracusa dove subito dopo il mio arrivo ho trovato un ristorante dove si mangia pesce, non frequentato dai turisti ma solo dalla gente del luogo. Mi sono piaciuti molto il cibo, il servizio e l’atmosfera. Poi mi sono spostato a Taormina e l’ho trovata invasa dai turisti. La città è meravigliosa e ho impiegato un po’ di tempo per trovare un ristorante non turistico. Poi sono andato a Noto. È stupefacente vedere tutte le costruzioni storiche e come ogni cosa fosse ben fatta. L’ultimo giorno del mio viaggio sono stato a Ragusa che è un
posto fantastico. Posso dire che ho avuto un’esperienza meravigliosa in Sicilia”.
Qual è la tua opinione sulla Sicilia oggi?
“Sono diventato un fan della Sicilia. Devo ritornare. Questa isola è uno dei posti più belli e interessanti che io abbia visitato. Stavo pensando di sistemarmi in Sicilia. Se non per l’intero anno almeno per una parte. Tu hai tutto ciò di cui si può avere bisogno: persone amichevoli, buon cibo, cultura, posti interessanti da visitare, infrastrutture ben sviluppate. Ho anche sentito da una donna svedese che vive a Catania che si vive meglio in Sicilia che in Svezia. Nessuno ha provato a derubarmi o farmi male. Mi sono sentito al sicuro e felice per tutto il tempo della mia permanenza. Tra le esperienze più belle mi piace ricordare il mercato di frutta e verdura. Ho anche trovato alcune parti di Catania pulite rispetto a Stoccolma. E ho amato tutti i luoghi storici. Amo la Sicilia al 100%”.
C’è qualcosa che non ti è piaciuto?
“Il crudele fatto di essere andato via. È stato terribile. No, no credo ci siano aspetti che non mi sono piaciuti. Probabilmente la mia permanenza è stata breve per avere una cattiva esperienza ma non ho realmente niente da dire a riguardo”.
Scrivi un Commento