“Ecco la cattedrale, insigne monumento, lungo più di cento metri, a forma di croce latina, con tre absidi e tre navate, separate da diciotto colonne di granito orientale poggianti su un basamento di marmo bianco e uno zoccolo quadrato di marmo grigio. Il portale, veramente stupendo, fa da cornice a magnifiche porte di bronzo, eseguite da Bonannus, civis Pisanus. L’interno dell’edificio
mostra ciò che si può vedere di più completo, di più ricco e di più impressionante per quanto concerne la decorazione a mosaico su sfondo dorato”. Cosi il celebre scrittore Guy de Maupassant nel suo Viaggio in Sicilia descrive l’architettura più importante di Monreale e tra le più suggestive dell’intera cristianità.
Il complesso, costruito nel 1174 da Guglielmo II, si dice per volontà divina, in verità per motivi sostanzialmente politici, è una sintesi d’arte normanna, greco-bizantina e tecnica islamica. Oltre sei mila metri quadri di magnifici mosaici d’oro, di uno splendore e ricchezza decorativa da togliere quasi il fiato, da lasciare il visitatore sperduto, capace di creare l’illusione di trovarsi in un luogo paradisiaco. Nel catino absidale troneggia, invece, la gigantesca figura ieratica del Pantocratore, racchiusa nelle considerevoli misure di 13,30 metri di larghezza e 7 metri di altezza. La chiesa custodisce anche le tombe reali di Guglielmo I e di Guglielmo II il Buono. Monreale è meta prediletta di turisti e visitatori: il complesso monumentale è l’ultima grande opera della dinastia normanna, ne sintetizza in un certo senso in maniera efficace la strategia politica e culturale. Nel corso dei secoli l’abbazia fu governata anche da famiglie potenti come i Borgia e i Colonna.
Monreale 310 metri sul livello del mare, a pochi chilometri da Palermo, è la rilucente anima normanna siciliana, ma anche ricca di testimonianze barocche: opere del Gagini, del pittore fiammingo Matthias Stomer, insieme agli spettacolari stucchi serpottiani, le fontane del Pescatore e del Drago di Ignazio Marabitti. È anche la città natale di Pietro Novelli e splendidi sono gli affreschi realizzati da questi nella Chiesa della Madonna dell’Odigitra e nella Chiesa di Sant’Antonio. Monreale è lo scrigno che custodisce vari tesori, parte di una Sicilia fantastica capace di splendori destinati all’immortalità.
Articolo di Alfonso Lo Cascio
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