Nelle strade urbane di Siculiana, ora strette e tortuose, ora larghe e moderne, la vita scorre lentamente scandita dai rintocchi dell’orologio della torre, mentre l’eco di antiche tradizioni e culture diverse, si riverbera nell’aria e ogni angolo è pronto a raccontare il fascino delle vicende della storia e del mito. Per lungo tempo rimasto sotto la dominazione araba, il piccolo borgo in provincia di Agrigento, presenta ancora segni evidenti dell’influenza della cultura musulmana; le sue tracce si evincono anche dal nome del paese, che secondo alcuni studiosi deriverebbe dalle parole arabe Suq-al-Jani (mercato di Giovanni). Dopo gli arabi, nel 1310 Siculiana passò nelle mani di Federico Chiaramonte, barone di Siculiana, il quale costruì il castello che da lui prese il nome e intorno al quale si sviluppò in seguito il paese.
Esemplare testimonianza di questa commistione di influenze culturali, segno di integrazione tra passato e presente, è Il Quartiere Casale, il più antico del paese, nel cuore del centro storico. Di origine araba, è stato successivamente modificato da Federico di Chiaramonte, quando nel 1310 edificò, su una precedente fortezza araba (Kalat Sugul ), l’attuale Castello di Chiaramonte. A due passi dal Castello e vicinissimo alla piazza Umberto I, la piazza principale del paese che ospita il sontuoso Santuario del SS Crocifisso, la Torre dell’Orologio e il Monumento ai Caduti, il quartiere oggi assiste a una reinvenzione dell’uso degli spazi, mettendo in relazione interessi e opportunità di diversa natura, secondo criteri di sostenibilità, inventiva e di rielaborazione consapevole della tradizione locale. Grazie a un’intensa attività di rigenerazione, portata avanti dall’ALT, Associazione Leisure and Tourisme, è stato realizzato Il #MeTe Museo della Memoria e del Territorio, L’Orto Didattico Urbano, oltre alle installazioni artistiche e ai decori urbani.
Il #MeTe Museo della Memoria e del Territorio, frutto di un’idea concepita contemporaneamente alla fondazione dell’ALT, si fa costantemente promotore, soprattutto nell’ambito delle attività dei Campi Estivi Siculiana, del progetto di Rigenerazione del Quartiere Casale, attraverso una serie di attività miranti alla valorizzazione del quartiere più antico di Siculiana. Lo scopo è quello di produrre un miglioramento estetico del quartiere con annesse attività culturali, come mostre, esposizioni e percorsi storici; un modo per renderlo vivo e per ripensare in chiave moderna l’identità locale secondo la logica di un Museo Diffuso che rielabora continuamente lo spazio vissuto.
Raggiungendo poi la piazza principale di Siculiana, si scorge immediatamente il cupolone del Santuario del SS. Crocifisso, edificato dai Padri Carmelitani alla fine del XVI secolo, su concessione del
Barone Blasco Isfar e Corillas. All’interno della cappella del Battistero, sono custoditi un prezioso sarcofago ebraico del XV sec. d.C., oggi utilizzato come fonte battesimale e otto bellissime formelle in pietra alabastrina che ritraggono scene dell’Antico Testamento. Il sarcofago riporta in rilievo gli stemmi reali spagnoli degli Aragona e dei Castiglia e un’epigrafe ebraica. Si tratta di importantissimi reperti archeologici medioevali che testimoniano la presenza ebrea in Sicilia, lasciando supporre che Siculiana possa essere stata una sorta di piccola giudecca mai censita. Siculiana d’altronde, fu porto franco e quindi zona di asilo per gente, che come gli Ebrei, poteva praticare lucrose attività commerciali.
Nelle vicinanze del santuario, la Torre dell’Orologio, oggi sede del Consiglio Comunale, fu costruita nel XVII secolo grazie alla concessione del Barone Blasco Isfar come chiesa della Madonna del
Rosario. Agibile fino al 1859, poi fu abbandonata e dai suoi ruderi furono costruiti i locali della Casa del Fascio con l’odierna Torre dell’Orologio. Poi ospitò per un certo periodo all’inizio del 1900 la Pretura Circondariale.
L’orologio meccanico posto in cima alla torre fu costruito nel 1887 e porta la firma di Vincenzo Scibetta da Bisacquino. La torre è situata dietro il Monumento ai Caduti, dove furono girate nel 1976 le scene del film Cadaveri eccellenti di Francesco Rosi, tratto dal racconto poliziesco di Leonardo Sciascia, Il contesto, dove la Sicilia è l’allegoria del Sud del mondo.
Superando la Piazza Umberto I e percorrendo tortuose viuzze, è possibile raggiungere i palazzi nobiliari delle famiglie Alfani e Agnello. In questi luoghi sono state girate alcune scene di alcuni dei film più importanti della storia del cinema italiano.
Fu nell’estate del 1964, che in mancanza di alberghi, fu ospitata nel Palazzo Agnello la troupe cinematografica del film Sedotta e abbandonata di Pietro Germi, la cui protagonista femminile inizialmente era Monica Vitti. L’attrice infatti, poco dopo, fuggì letteralmente da Siculiana, per l’afa, la mancanza di servizi di ogni genere, come l’acqua e per il ruolo del film che non le piaceva. La sua fuga fu così la fortuna della giovanissima Stefania Sandrelli che ebbe la parte.
Il palazzo è in ottimo stato, grazie alla sua struttura massiccia in pietra. Tuttora abitato e di proprietà in parte dagli eredi degli Agnello, fu anche sede dell’Associazione Amici della Musica e negli anni settanta, ospitò cantanti lirici e maestri d’orchestra di fama internazionale.
Palazzo Alfani, sorto tra il XVII e XVIII secolo, austero nella sua architettura, è diviso dal palazzo Agnello, sorto un secolo dopo, da una suggestiva strettoia. Vi è un cortile interno centrale delimitato da alcove, dove vi si trova un pozzo che fu di grande importanza e utilità vista l’epoca.
Proprio in questo cortile nel 1990 furono girate alcune scene interne del film con la regia di Gianni Amelio, Porte aperte, tratto dall’omonimo racconto di Leonardo Sciascia. Nel romanzo la scena richiedeva una villa neoclassica con inserimenti e reinserimenti. Nel film la scena fu girata tutta nell’interno di uno dei locali del cortile, dove si celebravano le nozze di due giovanissimi contadini.
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